Bella 'Mbriana: lo spirito della casa napoletana
- Luca Radici
- 2 mag
- Tempo di lettura: 1 min
C'è un silenzio che cala su Napoli nel primo pomeriggio – l'ora di quiete conosciuta come la controra . La luce del sole penetra attraverso le persiane, l'aria trattiene il respiro e, se sei fortunato, lo spirito della casa potrebbe passarti accanto. Il suo nome è Bella 'Mbriana.
È più di una semplice leggenda. Per generazioni, i napoletani hanno trattato Bella 'Mbriana come un membro silenzioso della famiglia: la custode della casa, l'angelo del focolare. Sebbene si riveli raramente, chi l'ha vista la descrive come una giovane donna dal viso sereno e dolce. Arriva come una brezza dietro una tenda, un'ombra sul muro, un luccichio nella luce di mezzogiorno.
Ma attenzione: non deve essere toccata. Si dice che se qualcuno osa, si trasformi in una farfalla – o in un geco, a seconda di chi racconta la storia. Ecco perché i napoletani non scacciano mai quelle piccole lucertole. Non sono parassiti. Sono promemoria.
Una volta gli anziani le prepararono un posto extra a tavola. La salutavano entrando in casa: "Buonasera, bella 'mbriana mia". Le chiedevano favori nei momenti difficili e facevano tutto il possibile per renderla felice.
Perché se è turbata? Non se ne va e basta. Si agita. Si tormenta. E in alcune versioni, addirittura impreca.
Le regole sono semplici: tieni la casa pulita, parla con gentilezza e, se hai intenzione di traslocare, non dirlo in casa. Lei sente tutto.
Che sia uno spirito guardiano, una dea capricciosa o semplicemente l'incarnazione dell'ospitalità del Sud, Bella 'Mbriana continua a vivere nel cuore di Napoli: negli angoli silenziosi, nelle tende svolazzanti e nella radicata convinzione che una casa sia più di quattro mura. È un'anima viva.
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